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Perché l'Officina delle Possibilità

  • mahbohmb
  • 3 gen 2011
  • Tempo di lettura: 2 min

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Il progetto “l’officina delle possibilità” mira ad essere un processo attivo, in cui si persegue la realizzazione dei diritti di cittadinanza per le persone che soffrono di un disturbo mentale. Nel concreto si tratta di costruire percorsi che facilitino un accesso reale ai diritti di cittadinanza, al loro riconoscimento, nonché alla possibilità da parte degli utenti di praticare questi diritti (casa, lavoro, socialità/affettività). Le modalità operative agiscono esclusivamente nella comunità locale, liberando le risorse sociali ed individuali, puntando alla ri-acquisizione di capacità ed abilità soggettive, alla ricostruzione del valore della persona e degli aspetti deteriorati della sua vita, come disposto dai PTRI. Per fare questo, nella pratica gli operatori, attraverso gli interventi individuali, accompagnano e sostengono l’utente nei luoghi e contesti della “normalità”, ovvero quelli della comunità locale. L’obiettivo principale è quello di abbassare la soglia di accesso da parte degli utenti a questi luoghi, dando loro delle possibilità concrete, in cui possano sperimentarsi, ricostruire relazioni, riacquisire valore e dignità, riappropriandosi del senso di appartenenza alla propria comunità. La ricerca di queste possibilità nella comunità locale è compito degli operatori, che si interfacciano con le agenzie sociali ed i soggetti del territorio, concordando e costruendo insieme a questi progetti individuali di inserimento sociale/relazionale, abitativo, lavorativo. Nei percorsi all’interno della comunità locale, l’utente è costantemente affiancato dall’operatore, secondo i modi e i tempi valutati necessari dall’equipe sanitaria di riferimento. Gli operatori quindi, oltre ad orientare il proprio intervento verso l’utente, svolgono una delicata funzione di mediazione con le realtà circostanti, volta a favorire la costruzione di una rete di relazioni che possano formare il capitale sociale dell’utente. La costruzione di relazioni di collaborazione con le agenzie sociali del territorio, attraverso la “contaminazione della normalità” derivante dal contatto diretto (seppur mediato dagli operatori) con persone che soffrono di un disturbo mentale, mira anche a promuovere una nuova cultura sulla salute mentale, che possa contrastare lo stigma e il pregiudizio , incidendo sui luoghi comuni e gli stereotipi che producono esclusione ed isolamento sociale.

 
 
 

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