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Nasce il centro socio-culturale “MAH,BOH! L’OFFICINA DELLE POSSIBILITÀ”

  • mahbohmb
  • 1 nov 2010
  • Tempo di lettura: 2 min

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Nasce in Valdinievole, nel Comune di Buggiano, il centro socio-culturale “MAH,BOH! L’officina delle possibilità”, luogo di iniziativa per l’allestimento di progetti di natura artistica e culturale e, in prospettiva, luogo di ricreazione e attività di piccola ristorazione nella logica di piccola impresa sociale. “Il MAH,BOH! L’officina delle possibilità” infatti, nasce grazie al progetto sperimentale intitolato “Verso il superamento del centro diurno“, presentato dal Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL 3 e finanziato dalla Regione Toscana, con l’obiettivo di attuare una politica integrata socio-sanitaria che preveda un’alta integrazione con il territorio di riferimento, la comunità locale, indirizzando in tal senso la trasformazione dei servizi territoriali di psichiatria.

Le articolazioni organizzative dei servizi per la salute mentale infatti, in particolare centri diurni e residenze comunitarie, nate all’indomani della legge 180, necessitano di innovazione perché non rispondono più all’imperativo categorico dell’epoca: accompagnare il processo di svuotamento del vecchio manicomio. Il “MAH,BOH! L’officina delle possibilità”, è un progetto sperimentale, di ricerca, che si muove proprio nella direzione di individuare percorsi di cura nuovi, che possano rispondere alla nuova domanda di salute mentale che oggi viene posta, e a cui i tradizionali percorsi assistenziali non sono più in grado di rispondere in maniera adeguata. Le persone con disturbo mentale infatti, ancora oggi incontrano grosse difficoltà ad accedere alla vita “normale” e l’obiettivo di questo progetto è finalizzato ad abbassare la soglia di accesso a tale normalità. Si tratta del superamento dell’approccio tradizionale della psichiatria, approccio che confina le persone con sofferenza psichica dentro i luoghi chiusi della psichiatria (contenitori), favorendone l’esclusione sociale e l’isolamento, e impedendone la piena guarigione, intesa come restituzione ad una vita dignitosa, partecipata e vissuta come cittadino “appartenente” alla sua comunità, benché con disturbo mentale.

La via individuata è proprio questa: costruire un progetto condiviso da componenti significativi della comunità, associazioni ed enti di vario titolo, dove ogni soggetto mantenga la propria autonomia ed identità. La libertà è terapeutica, affermava Franco Basaglia, ma la conquista della libertà del folle deve coincidere con la trasformazione dei luoghi della separatezza in luoghi di appartenenza dell’intera comunità. Il Centro quindi, nasce come un luogo di appartenenza, con l’obiettivo principale di offrire percorsi di socialità “normale” a persone che soffrono di disturbi mentali. É così che un luogo chiuso, mai calpestato dalla società dei cosiddetti “normali”, luogo di concentrazione della follia e di in-trattenimento del folle, luogo in definitiva di controllo e di esclusione sociale, fa della sua storia e delle sue origini un simbolo, per aprire uno spazio dove tutte le diversità, compresa la “normalità”, che compongono il nostro tessuto sociale abbiano modo di raccontarsi e di incontrarsi, di proporre cultura e trasformazione di stereotipati modelli sociali di convivenza. Uno spazio di promozione sociale e culturale dove in tempi di crisi, non solo materiale, sia possibile avviare una riflessione sul significato di vivere e fare società.

 
 
 

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